mercoledì 11 luglio 2012

Una cartolina dall'incontro tra Piero Pini e l'associazione degli allevatori italiani.

La settimana scorsa si è tenuto un incontro indetto da Assosuini (associazione che raggruppa gli allevatori di suini italiani) e il promotore del progetto del Mega Macello, Piero Pini, accompagnato dall'immancabile sindaco di Manerbio Meletti e da uno stuolo di tecnici, autorità del settore e rappresentanti di enti coinvolti.

L'incontro è stato un susseguirsi di interventi atti da una parte a sondare l'affidabilità del promotore del progetto Hamburger Pini; dall'altra, con toni perentori, a convincere gli allevatori che in questo progetto da migliaia di vittime al giorno si trovi la chiave ai problemi del mondo, almeno di quello che si nutre delle vite di milioni di animali ogni anno.

Sono anche emersi interventi più che faziosi da parte dei promotori, forti dell'assenza di reali oppositori in aula, per convincere gli allevatori ad abboccare all'amo. Eppure, nonostante non avessimo ricevuto sicuramente un invito, li abbiamo ascoltati bene questi interventi.

Ad esempio, il sindaco Meletti, dandosi da fare anche in questa sede per la difesa del tanto agognato impianto di morte afferma che la “società civile” appoggia il progetto, che le persone (da lui contate una ad una) che hanno partecipato al corteo antispecista del 12 maggio fossero una cinquantina scarsa, di cui due soli manerbiesi.
L'abbiamo visto anche noi il Sindaco quel giorno, a bordo della sua bicicletta, mentre ci studiava con aria curiosa. Ci chiediamo se sappia o non sappia contare, dato che i contestatori della sua folle idea erano almeno 300 (da mezzo nord Italia) ed evidentemente di manerbiesi che si sentono vicini alle nostre posizioni etiche ce ne sono ancora pochi; ma è risaputo che nella cittadina della Bassa in molti sono contrari per altre ragioni, supportate dai movimenti di opposizione locali. Sono invece tante le persone in tutta Italia che conoscono questa vicenda e che si oppongono a questo progetto insanguinato partendo dalle nostre stesse convinzioni, quelle etiche, quelle che vogliono portare un cambiamento culturale, che vogliono distruggere il meccanismo dello sfruttamento dell'uomo su tutti gli altri animali e che sono pronte a dare un segnale forte a riguardo.
Eppure il sindaco dovrebbe saper far di conto con una certa disinvoltura, dato il suo incarico presso la Regione Lombardia nell'ambito dell'Unità Organizzativa Entrate Regionali e del Federalismo Fiscale.

Durante la serata Pini è intervenuto poche volte, cercando, non certo con la simpatia, di accaparrarsi la fiducia dei suoi interlocutori. Il “settore suinicolo” (come viene tecnicamente chiamato, che per noi altro non è che un sistema di sfruttamento atto alla nascita forzata, detenzione, crescita in schiavitù e morte di animali senzienti ridotti a merce da cui trarre profitto) vive un momento di crisi profonda e Pini punta sull'appoggio degli allevatori per dar forza al suo progetto.
Come Piero Pini stesso ha sottolineato in uno dei suoi pochi ma lapidari interventi, l'impianto di macellazione (nato da un idea del figlio, impegnato nell'attività di famiglia in Ungheria) che ucciderebbe 12.000 maiali al giorno costerebbe all'incirca 50 milioni di euro (investiti da privati). Gli allevatori presenti, all'incirca 400, preoccupati per l'andamento delle loro attività, accecati dallo spauracchio della crisi, guardano a Pini come un possibile salvatore. E' chiaro che Pini ci guadagnerà e che gli investitori privati ci guadagneranno. Forse anche gli allevatori spereranno nelle loro briciole di profitto.

Pini ricaccia le critiche dei movimenti che si oppongono alla costruzione del Mega Macello per ragioni ambientali e per ragioni etiche con un poco ponderato “probabilmente queste persone hanno interessi economici”. Eppure l'unico ad avere interessi economici in questa vicenda è proprio lui. Non sono i tanti cittadini della Bassa Bresciana che si oppongono al progetto così come i tanti antispecisti che non vogliono veder sorgere l'ennesimo tempio dello sfruttamento animale. Forse è difficile per chi ha basato la propria attività sullo sfruttamento di milioni di vite pensare che ci sia altro oltre al profitto a questo mondo.

Detto questo, dall'incontro tra Pini e Assosuini non è emerso niente di realmente interessante. Conoscevamo già la situazione del settore degli allevamenti, in crisi perchè molti maiali muoiono, si ammalano, sviluppano tumori ed infezioni. E non c'è da stupirsi, date le condizioni in cui queste creature sono costrette a vivere e crescere.
Conoscevamo già la determinazione dei promotori del Mega Macello di imporre il progetto e di cercare consensi sfruttando i timori che nascono dai fantasmi della crisi occupazionale.

Quello che invece essi non sanno di noi è che ci muoviamo quotidianamente per portare avanti la nostra battaglia. Non sanno che di giorno in giorno in tutta Italia sempre più persone vengono a conoscenza dell'esistenza della cittadina di Manerbio per questa vicenda intrisa di sangue e del folle progetto di sterminio di 12.000 animali ogni 24 ore; persone che hanno già sviluppato una coscienza critica nei confronti dello sfruttamento animale o che stanno, anche grazie a questa Campagna, scoprendo la realtà che si cela dietro ad allevamenti e macelli.

E' tempo che chiunque si nutra della morte e della sofferenza di innumerevoli animali scopra cosa accade prima che quel pezzo di animale inanimato giunga nel proprio piatto. E' tempo che l'essere umano cambi il suo modo di vivere e che cessi lo sfruttamento di milioni di animali ogni anno. Non vogliamo che a Manerbio sorga una cattedrale di sangue e morte, dove risuonino le urla di dolore di chi viene ucciso nel nome del profitto. Non vogliamo che esistano luoghi dove l'essere umano si sporchi le mani del sangue di milioni di vittime.